Liceo Scientifico e Linguistico "G. Marconi" – Milano
Iniziative del LiceoLavori dei nostri ragazzi

Mostra di fine corso

Gli studenti e le docenti del laboratorio di fotografia invitano tutto il personale della scuola all’inaugurazione della mostra di fine corso

GEOMETRIE URBANE
Venerdì 10 maggio, alle ore 18
presso l’Associazione Circuiti Dinamici
via Giovanola 21/c Milano (MM2 Abbiategrasso)

La mostra “Geometrie Urbane” si presenta come un esemplare crocevia di formazione e espressione creativa, frutto della collaborazione tra il Liceo Marconi di Milano e l’Associazione Circuiti Dinamici. Questa iniziativa, ora alla sua quarta edizione, incarna un approccio innovativo al PCTO, offrendo agli studenti una preziosa immersione nelle professioni culturali e una formazione approfondita nel campo dell’immagine fotografica. Questo percorso introduce gli studenti alla duplice arte di creare e interpretare immagini, competenze indispensabili nella società contemporanea dove il linguaggio fotografico diviene sempre più un pilastro della comunicazione.

Studentesse e studenti hanno realizzato un piccolo sito web per documentare e raccogliere i materiali realizzati durante questo percorso


La capacità di “leggere” un’immagine è essenziale nella media literacy contemporanea, necessaria tanto per lo studente quanto per il futuro professionista. Ma la mostra non si ferma qui: promuove un salto qualitativo dalla semplice lettura alla “scrittura” mediatica. Questo processo di trasformazione da consumatori passivi a creatori attivi di contenuti è un passaggio cruciale, arricchito dall’acquisizione di competenze tecniche specifiche e dallo sviluppo della creatività individuale.
Il tema della mostra, le “geometrie urbane”, non è solo un pretesto estetico, ma un invito a esplorare e riconnettersi con il tessuto urbano, con un focus particolare su Milano. La città, testimone di trasformazioni radicali negli ultimi due decenni, offre un palcoscenico vivente per questa esplorazione visiva. Gli studenti, attraverso l’obiettivo fotografico, imparano a discernere la simmetria e la ripetizione, le intersezioni di vuoti e pieni, l’uso innovativo di forme e materiali che caratterizzano l’architettura urbana contemporanea. Questo processo non solo aumenta la loro consapevolezza degli spazi che abitano, ma li spinge anche a sollevare interrogativi critici e a ricercare attivamente nuove prospettive all’interno del contesto urbano.

Infine, “Geometrie Urbane” si rivela non solo come una mostra, ma come un vero e proprio laboratorio di apprendimento e sperimentazione, dove la città diventa un laboratorio didattico a cielo aperto. Qui, gli studenti non solo acquisiscono una maggiore comprensione del loro ambiente, ma rafforzano anche il legame emotivo e culturale con la città, arricchendo la loro esperienza urbana e ampliando la loro percezione del mondo. Sia l’esposizione, sia l’intero processo per arrivarci attraverso l’attività laboratoriale dimostrano efficacemente come l’attività educativa e quella creativa possano convergere, aspetto questo fondamentale per la formazione contemporanea. Lo storico e pensatore Yuval Harari, nel libro “21 lezioni per il XXI secolo” si pone la domanda su cosa sia necessario insegnare alle generazioni attualmente impegnate nei vari cicli scolastici e offre una risposta – ispirata anche alle teorie di C. N. Davidson – che suona così: una prospettiva aperta al futuro in un contesto di radicale incertezza dovrebbe basarsi sulla didattica delle “quattro C” (critica, comunicazione, collaborazione e creatività).  “[…] le scuole dovrebbero ridurre le conoscenze tecniche specifiche e sviluppare le abilità utili alla vita in generale. La più importante delle quali sarà la capacità di gestire il cambiamento, di imparare nuove cose, e di mantenere il controllo in situazioni di emergenza”. Per questo la mostra che possiamo ammirare va nella direzione di conoscere in profondità un mondo anche urbano che cambia e di esplorare professioni e visioni del mondo collegate alla creatività, competenza chiave del presente e ancora di più del futuro. 

In mostra possiamo vedere le foto realizzate da 36 studenti, tra coloro i quali hanno partecipato al laboratorio e altri che hanno partecipato all’iniziativa di potenziamento del Liceo Marconi. Tra tutti l’Associazione Circuiti Dinamici ha selezionato come particolarmente interessanti 8 segnalati e 2 vincitori, autori delle foto che si sono maggiormente distinte – ospitati nelle bacheche, dove resteranno esposte durante le prossime due settimane, in concomitanza con altre mostre realizzate da Circuiti Dinamici.
I segnalati sono: Francesca Recchia, Lisa Scannavino, Giada Gabrielli, Iride Arcelli, Giulia Grasselli, Maddalena Verdes, Letizia Previdi e Margherita Marta Hanna. 
I vincitori sono: Matilde Bianchi e Sofia Beretta.

Nella danza dei pixel e delle ombre, abbiamo imparato
che l’obiettivo cattura solo frammenti di verità,
mentre il resto si dissolve nell’abisso dell’interpretazione.
La fotografia è un gioco di luci e di illusioni,
dove ogni scatto è una piccola bugia ben confezionata.
Sotto l’obiettivo scrutatore, la realtà si trasforma,
si piega alle volontà del fotografo,
che plasma la verità secondo il proprio occhio e la propria mente.
Le immagini che catturiamo sono solo una versione della realtà,
un riflesso distorto dalla nostra prospettiva limitata.
Il fotografo è un artista, un manipolatore di sensazioni,
capace di far vibrare emozioni attraverso un semplice clic.
Ma dietro ogni immagine, dietro ogni inquadratura perfetta,
si nasconde una verità sfuggente, un mondo di sfumature e interpretazioni.
Così, guardando attraverso l’obiettivo,
dobbiamo imparare a leggere tra le righe dell’immagine,
a cercare la verità oltre la superficie lucente della fotografia.
Perché fotografare non significa solo catturare un istante,
ma anche comprendere che la realtà è più complessa di quanto sembri.
Giulia Simioli

La mostra nasce da un laboratorio fotografico che prevede una parte propedeutica sul linguaggio visivo, cui sono seguite delle esercitazioni e delle passeggiate fotografiche dove gli studenti hanno cercato di mettere in pratica, in autonomia, alcuni dei principi appresi.
Le geometrie urbane hanno rappresentato un affascinante campo di indagine, che ha permesso di scoprire la complessità e l’armonia che caratterizzano la struttura delle nostre città, consentendo di osservarle da un punto di vista privilegiato, alla ricerca di una visione fotografica. 
L’idea di fondo è stata quella di esplorare la città nella sua interezza, muovendosi costantemente tra la visione d’insieme e gli infiniti dettagli che la compongono, per rivelare le affinità tra il particolare e il totale, quasi in una configurazione frattale: in ogni angolo della città si nasconde infatti una geometria unica, un gioco di forme, colori e texture che si ripetono sia nei grandi panorami urbani che nei dettagli più nascosti e a volte trascurati, ma degni di essere indagati.
Le immagini esposte rappresentano una coppia che muove dal totale al particolare: una delle due mira a catturare l’essenza complessiva dell’edificio o del quartiere, offrendo uno sguardo panoramico, sinottico e inclusivo, l’altra prova invece a svelare particolari intriganti, più personali, o dettagli dove la geometria si manifesta in maniera più intima allo sguardo. Possiamo quindi provare a intuire la relazione visiva tra queste due prospettive, coi loro richiami reciproci, con le citazioni che viaggiano nei due sensi, con ripetizioni in scala diversa, in definitiva connettendo la vastità della città con la sua intricata ricchezza di dettagli.
Matteo Favarato

VERNICE 10.05.2024 | FOTOALBUM

Referente di questo progetto nella nostra scuola: prof.ssa Anna Epis